Antonio De Lisa- “Il cappotto” di Gogol: forma e significato

OBIETTIVO DELLA RICERCA

Come hanno avuto modo di spiegare diversi filosofi e teorici della letteratura quando si pretende di analizzare un testo che non è immediatamente “filosofico” occorre attrezzarsi di un supplemento ermeneutico inconsueto. Nel nostro caso sottoporremo ad un esame fenomenologico “Il cappotto” dello scrittore russo Nikolaj Gogol.

Una prima domanda si potrebbe porre in un ambito fenomenologico, considerando il testo come qualcosa che sussiste di per sé, che va ascoltato, attraversato come qualcosa di proprio, capace di esprimere un senso ulteriore della realtà rispetto a quello cui siamo abituati.

Quando si entra in problematiche letterarie come quelle sollevate da autori come Gogol, Kafka o Beckett è facile subire la suggestione della psicologia e in particolare della psicanalisi. In questi autori lo scavo nella dimensione dell’Io è talmente profondo da richiamare l’ausilio delle scienze del profondo. Si possono accogliere queste istanze, a patto di non dimenticare il punto di vista da cui si parte, che è quello filosofico, diciamo meglio: fenomenologico.

Da questo punto di vista si dovrebbe poter raccordare “forma” e “significato” del testo letterario. Per quanto riguarda la prima istanza si è proceduto a una segmentazione formale e narratologica del racconto; in secondo luogo si sono cercate le evidenze lessicali in base alla statistica delle frequenze, per poter analizzare la quantità di parole usate da Gogol e le loro occorrenze.

L’AUTORE

Nikolaj Vasiljevitch Gogol nacque il 20 marzo 1809 a Sorotchinci, regione di Poltava, in Ucraina, da una famiglia di possidenti terrieri. Trascorse l’infanzia vicino a Mirgorod, a Vasilevka, una delle proprietà del padre. Nel 1831 aveva ormai pubblicato due volumi di racconti, dal titolo “Le veglie alla fattoria di Dikanka”, a cui era seguito nel 1835 la nuova raccolta “I racconti di Mirgorod”. Sempre nel 1835 pubblica “Arabeschi”, raccolta di saggi e novelle lunghe (tra cui appaiono “La prospettiva Nevskij” e “Diario di un pazzo”) e, nel 1836, i racconti “Il naso” e “Il calesse”, nonché la commedia “Il Revisore”. Nel 1836 fa rappresentare “L’Ispettore”. Ottenuta una pensione imperiale e il permesso di soggiornare all’estero, Gogol va in Italia, a Roma.

Nel 1835 lo scrittore, elaborando alcuni spunti suggeritegli da Pushkin, comincia l’elaborazione de le “Anime morte”. Nel ’42 pubblica il racconto, “Il cappotto” (che dopo la sua morte verrà riunito con i precedenti, sotto il titolo di “Racconti di Pietroburgo”).

Nel 1842 riappare a Pietroburgo e finalmente pubblica il 9 maggio le “Anime morte”. A quella data risale anche la commedia minore “Il matrimonio”, mentre qualche anno dopo, nel ’46, è la volta delle “Lettere scelte”. Sempre più ossessionato da una visione mistica della vita, gira tra Roma, Wiesbaden e Parigi, fino ad approdare a Gerusalemme. Di ritorno in Russia, continua il lavoro che lo ha accompagnato in tutti i viaggi – quello di prosecuzione e rifacimento della seconda parte delle “Anime morte” – fino alla notte dei primi del 1852, in cui getta il manoscritto nel fuoco. Fu trovato morto dinanzi alla Santa Immagine in Mosca il 21 febbraio 1852.

LA VICENDA DEL TESTO

Il racconto “Il cappotto” fa parte dei  Racconti di Pietroburgo o pietroburghesi (Петербургские повести) fa parte della raccolta di racconti di Gogol’ ambientati a Pietroburgo. Il libro venne realizzata dopo la morte di Gogol’, unendo tre racconti precedentemente pubblicati nella raccolta Arabeschi (1835): La Prospettiva NevskijLe memorie di un pazzoIl ritratto e due immediatamente successivi: Il naso (1836), Il cappotto (1842).

LA FABULA

Il racconto di Gogol è ambientato nel mondo dell’amministrazione burocratica e narra la vicenda di Akakij Akàkievič  Bašmàckin, uomo senza qualità che conduce un’esistenza ripetitiva, fatta solo del suo lavoro di ricopiatore di testi, incarico che continua a svolgere anche a casa, dopo cena, non volendo e non sapendo fare altro.

Si possono a questo livello tracciare similitudini e parallelismi con il racconto “Appunti di un pazzo”. Il protagonista Akàkij Akàkievič è collegato al protagonista di “ Appunti di un pazzo “: Aksentij Ivanovič Popriščin. Nella tavola dei gradi di Pietro il Grande entrambi occupano il gradino più basso, quello di  eterno consigliere titolare.

Deriso da colleghi e superiori per la sua mitezza, la sua vita subisce però un’improvvisa accelerazione quando riesce, non senza sacrificio dato il suo modesto salario, a farsi confezionare dal sarto Petrovič  un nuovo cappotto poiché quello vecchio è troppo consunto da essere inutilizzabile. Indossare il nuovo indumento è per il protagonista una gioia che rompe la monotonia della routine quotidiana e che gli fa acquistar il rispetto dei suoi colleghi i quali lo invitano per la prima volta ad una festa.

Il finale del racconto assume una piega tragica. La notte, di ritorno dalla festa, viene derubato del suo cappotto nuovo. Finalmente deciso ad ottenere giustizia, non è per nulla aiutato dai burocrati a cui si è rivolto, chiusi nella propria alterigia. Deluso e amareggiato, muore di freddo e di crepacuore.

Ma la sua vicenda non termina qui: alla gente sembra di vedere il fantasma di Akakij Akàkievič  derubare i signori dei propri cappotti; ne fa le spese anche un presuntuoso personaggio a cui il protagonista si era invano rivolto per avere giustizia: solo questo furto sembra tra l’altro placare l’ira dello spettro.

L’INTRECCIO

SEGMENTAZIONE E LETTURA MOTIVICA E TEMATICA DEL TESTO

Un primo lavoro che va fatto è quello della segmentazione del testo. Si cita dall’edizione italiana curata da Francesco Mariano, Nikolaj Gogol’, Racconti di Pietroburgo, Mondadori, Milano 2017 (I ed. 1986), pp. 139-174.

I PARTE- IL NASCONDIGLIO

Nella Prima parte Gogol presenta il protagonista e il suo ambiente di vita, un ufficio ministeriale di Pietroburgo. L’autore è attento a dosare il racconto diegetico bilanciando la dimensione del resoconto denotativo punteggiato con incisive puntate ironiche (meglio non nominare l’ufficio se no qualcuno potrebbe offendersi, il clima di Pietroburgo). In questo ambito risulta già evidente la tecnica dello skaz, di cui ha parlato Ejchenbaum. Skaz (“сказ”) è originariamente una forma orale narrativa russa. La parola deriva da skazátʹ, ‘dire’, ed è anche correlata a parole come rasskaz, ‘racconto’ e skazka, ‘fiaba’. Nella narrativa popolare il discorso fa uso del dialetto e del gergo per assumere la personalità di un personaggio particolare.  Il discorso peculiare, tuttavia, è integrato nella narrativa circostante e non è presentato tra virgolette

Ambientazione

“Nella divisione ministeriale […] Ebbene, onde evitare qualsiasi seccatura, sarà meglio chiamare la divisione di cui si tratta semplicemente una divisione“.

Presentazione fisica dell’eroe

“Dunque, in una divisione […] Che fare! è colpa del clima di Pietroburgo”.

Presentazione del carattere dell’eroe e rivelazione del nome: Akakij Akàkievič  Bašmàckin

“Per quanto concerne il grado […] e che fu proprio impossibile imporre un nome diverso”.

Il cognome dell’eroe, Bašmàckin, deriva dalla parola russa bašmàk, “scarpa”. “L’effetto comico di questi nomi non nasce dal loro essere insoliti, ma piuttosto in quanto è come se portassero in sé un significato che dipende dal loro suono” [Eichenbaum].

L’eroe in situazione

“Quando e in quale momento egli fosse entrato nella divisione […] e subito si metteva a scrivere”.

Il mestiere di Akàkij Akàkievič è quello di copiare. Ma che cosa significa “copiare” per il nostro eroe?

La derisione dei colleghi di lavoro

“I giovani impiegati lo deridevano […] anche in colui che la gente ritiene nobile e onesto”

Il motivo del rifiuto della realtà: amore per il lavoro / alienazione dalla realtà esterna

“Sarebbe stato difficile trovare un uomo […] a qualche personaggio nuovo o importante”

Il protagonista vive la vita di ufficio, monotona e ripetitiva, come un rifugio dal monto esterno.

La cecità verso il mondo esterno

“Persino in quelle ore […] né da alcuno ne ricevono”.

II PARTE – IL MOTIVO DELLA LOTTA

Nella quiete stagnante della vita diAkàkij Akàkievic è necessario inserire un elemento di rottura e di conflitto, come si fa in genere nelle commedie e nel teatro in generale. L’elemento di rottura è rappresentato dal fatto che l’eroe si rende conto di doversi far cucire un nuovo cappotto. Ed è qui che entra in scena il sarto Petrovič, descritto con tutto il sapido umoredel racconto comico russo. Potremmo definirlo non un vero e proprio deuteragonista, ma piuttosto una comparsa di spalla, capace di illuminare uno scorcio in profondità della vita piccolo-borghese di Pietroburgo.

Il cappotto come pretesto della fuoriuscita dal nascondiglio

“C’è a Pietroburgo […] progetti di altro genere”

Un giorno il protagonista si accorge che il suo cappotto è molto malandato e vorrebbe farlo aggiustare ma il sarto gli consiglia di confezionarne uno nuovo. Il cappotto diventa l’ideale su cui si basa la vita di Akàkij Akàkievic (le privazioni inizialmente pesano, poi diventano abitudine). Il nome russo del cappotto o mantella è scinel’ , ed è un nome femminile. Il cappotto per il protagonista comincia ad essere desiderabile come una donna.

Deuteragonista N°1: il sarto Petrovič.

“Di tale sarto […] con il collo che si abbottona con zampine d’argento placcato”

In questa sezione la presentazione del sarto Petrovič offre all’autore per fare una digressione, esplorando un nuovo ambiente, che è la casa del sarto.

Lo smarrimento per il prezzo del nuovo cappotto

“E qui appunto Akàkij Akàkievič constatò che senza un cappotto nuovo non se la sarebbe cavata […] ma dove prendere l’altra metà?”

La lotta per trovare i soldi

“… Ma il lettore deve ora sapere […] Akàkij Akàkievič riuscì a mettere insieme esattamente ottanta rubli”.

Akakij Akàkievič inizia a risparmiare per il cappotto, cui sottomette la sua esistenza, con una strenua prova di sacrificio e di rinunce. Alla fine la prova risulta vincente con la raccolta di ottanta rubli per il cappotto nuovo.

Il rituale della vestizione

“Il suo cuore, in genere molto calmo, prese a battere forte […] cioè proprio di fronte”.

Il giorno in cui il sarto gli consegna il cappotto si configura come un rituale di vestizione.

PARTE III – INCONTRO-SCONTRO CON LA REALTA’

Nella terza parte l’eroe si vede investito di un nuovo ruolo in ufficio. L’autore mette in risalto l’ambigua felicità del protagonista che è lusingato e spaesato nello stesso tempo.

Il nuovo ruolo in ufficio

“Frattanto, Akakij Akàkievič procedeva nella più festosa disposizione di tutti i sentimenti. […] Poi, senza andare per le lunghe, si vestì, si mise il cappotto sulle spalle e uscì per la strada”.

Con il nuovo cappotto attira l’attenzione dei colleghi che lo invitano ad una festa per festeggiare l’avvenimento.

Immagine della città come specchio ambiguo della realtà

“Dove esattamente abitasse l’impiegato […] e da parecchio avrebbe dovuto essere a casa”

La casa del collega che dà la festa si pone in simmetria e contrapposizione all’appartamento casa del sarto Pietrovič (un sottoscala).

Il motivo dell’attraversamento della città

“Affinché non saltasse in mente […] che appariva come un terribile deserto”.

Nel tragitto di andata e ritorno compiuto per andare alla festa non vi sono delle indicazioni geografiche precise ma capiamo che non abita in centro, più periferia passaggio per la Nevskij Prospekt (che diventa in questa circostanza l’emblema del carattere illusorio della città).

PARTE IV- SPAESAMENTO E SCONFITTA

La vicenda dell’eroe raggiunge il suo culmine in una piazza deserta di Pietroburgo che sembra sconfinata come un deserto. Il gioco delle luci e del buio conferisce un’apparenza da romanzo gotico a tutta la scena, che si conclude con il furto del cappotto.

La piazza descritta come un deserto – Motivo dello spaesamento

“In lontananza, Dio sa dove […] nei panni di un altro”.

La piazza in cui si trova il protagonista è immensa e vuota come un deserto. E’ questo il momento in cui Akakij Akàkievič si rende conto di essere irrimediabilmente solo. Nella piazza viene aggredito e derubato.

Il motivo della lamentazione

La mattina presto andò dal commissario distrettuale […] e cominciava anche lui a provare paura”.

Il protagonista chiede aiuto al “personaggio influente”, che viene presentato come un vero e proprio deuteragonista,, ma scopre che costui è imprigionato in una gerarchia che lo ingabbia e lo costringe ad avere quel comportamento da forte con i deboli e debole con i forti.

Il motivo della consunzione

“Come scese le scale […] ma assai più inclinata e storta”.

Akàkij Akàkievic si ammala e muore, nell’indifferenza della realtà in cui vive.

PARTE V- MORTE E TRASFIGURAZIONE DELL’EROE

Nell’ultima parte la vicenda assume connotati che vanno molto al di là del realismo di fondo che caratterizza le prime quattro parti della storia. Fa la sua comparsa il fantastico. La trasfigurazione dell’eroe è completa.

“Ma chi potrebbe immaginare […] incutendo non poco terrore tra le persone pavide”.

Dopo la morte il protagonista si trasforma in un fantasma che si aggira per le strade di Pietroburgo, rubando i cappotti dei passanti.

La vendetta nei confronti del “personaggio influente”

“Noi però abbiamo completamente dimenticato […] scomparve completamente nel buio della notte”.

COMMENTO NARRATOLOGICO

In seguito alla segmentazione del testo abbiamo potuto notare che le parti che lo compongono sembrano ubbidire a un disegno narratologico consueto in ambito culturale russo: quelle delle fiabe di magia le cui 31 funzioni sono state delineate da Vladimir Propp. Ma appena cominciamo a sovrapporre i motivi di Gogol a quelli di Propp ci accorgiamo che in realtà l’autore sta rovesciando quelle funzioni. La storia comincia con un Allontanamento (Nelle fiabe un membro della famiglia lascia la sicurezza del suo ambiente domestico. La divisione di questa unità coesa è ciò che crea la tensione iniziale all’interno della storia. In questa fase può essere introdotto anche l’eroe, spesso viene mostrato come una persona assolutamente ordinaria) ma finisce con una totale dialettica negativa rispetto alle fiabe di magia.

L’ultima funzione di Propp è quella del Matrimonio o Incoronazione: L’eroe ottiene la ricompensa finale, che solitamente consiste nella possibilità di sposare la donna che ama, o di salire al trono (o entrambe le cose). Nel racconto di Gogol questo tipo di Incoronazione è decisamente macabro.

RICEZIONE CRITICA

Come segnala [Carpi 2010] grandi studiosi si sono cimentati sui testi gogoliani per definire la portata di quella che è stata definita una “rivoluzione copernicana”. Il primo è Pumpjanskij (1922) , che individua un percorso che va dalle Veglie (grandi masse piene di bellezza), alla segmentazione in “parolette” (slovečki) dell’ultimo Gogol. Il critico formalista Boris Ejchenbaum fissa in un saggio del 1912 ma pubblicato nel 1927 lo stilema che avrà un’enorme fortuna nella ricezione critica di Gogol, quello di skaz, ripreso da poi da Belyi nel 1934. Il sjuzet gogoliano sta nell’ordito stesso del discorso. E’ da queste posizioni che nasce la fissazione critica del cromatismo gogoliano. Per lo scrittore ucraino la fabula è puro pretesto, è l’ordito del discorso il suo vero punto forte.

Questi lavori vanno presi seriamente in considerazione per chiarire la tematica gogoliana, ma in questa breve nostra analisi volevamo mettere in evidenze la dimensione formale, strutturale, del racconto gogoliano.

OCCORRENZE LESSICALI

Dal punto di vista della statistica lessicale è stato stilato un programma con il linguaggio di programmazione Python, che si presta particolarmente bene a questo genere di indagini. Sono state trovare 8043 occorrenze, da scomporre in cluster (parole morfologicamente simili) per poter evidenziare il numero di parole singole usate da Gogol, che risultano essere 2030. Detto in altri termini, per poter scrivere questo racconto Gogol ha usato poco più di duemila parole. Siccome questa è la prima indagine di questo genere su questo corpus letterario, non conosciamo la quantità di parole usate dall’autore in altri racconti o addirittura da altri autori del periodo. Possiamo dire però che duemila parole non sono poche (ogni parola è stata usata quattro volte), dato che conferma l’opinione dei critici più accreditati sull’abbondanza linguistica gogoliana e sul suo “cromatismo” lessicale. In appendice proponiamo l’elenco delle occorrenze con l’avvertenza che è stato troncato l’elenco delle parole usate una sola volta.

INTERROGARE IL TESTO

Una prima domanda tematica che si può porre sul tappeto è proprio quella del rapporto tra l’Io e la realtà. Ed entriamo subito in argomento: qual è il rapporto tra l’Io e la realtà nel Cappotto di Gogol? Come ha sottolineato Lo Gatto “che l’umorismo gogoliano sia di marca romantica e più specificamente secondo la formula di Jean Paul, pare possa ritenersi ormai come generalmente ammesso, come anche che esso consiste in due momenti che si completano: la contemplazione filosofica della vita e la fusione del serio col comico ” [Lo Gatto 1942 (1990), p.297].

L’esercizio del lettore consapevole nei confronti di un testo non si limita il più delle volte alla conclusione della vicenda. Egli si pone delle domande, cerca di interrogare il testo alla ricerca di indizi. Il testo risponde solo se opportunamente “interrogato” solo se siamo consapevoli che la nostra è in effetti un’operazione dialogica, che non si pone l’obiettivo di rintracciare un senso finale del testo. Molte volte non esiste un unico senso, ma una pluralità di sensi. E’ fenomenologica la lettura capace di fare emergere i vari sensi di cui un testo è custode.

Proviamo a delineare qualche conclusione. Dall’analisi delle occorrenze lessicale balza agli occhi il reiterato uso di verbi predicativi, che di solito vengono usati in un particolare genere stilistico, che vedremo. Facciamo qualche esempio. Molte frasi cominciano con: “нельзя” (è impossibile), “нyжнко” (bisogna, occorre), “видно” (è chiaro), “известно” (è noto, si sa). Questi termini sono un indice ben preciso e rimandano a uno stile di scrittura burocratica. Il personaggio di Akakij Akàkievič  Bašmàckin viene descritto con lo stesso linguaggio e con lo stesso stile del lavoro che lo caratterizza: un copista di ufficio che ha a che fare essenzialmente con un linguaggio burocratico. E’ in questo che consiste la maestria di Gogol in questo racconto, provocando l’effetto di straniamento nel lettore.

Questo indice stilistico è anche rivelatore dell’atteggiamento dell’io nei confronti della realtà, di totale estraniamento. E’ stato il testo stesso a far affiorare questi elementi, senza eccessive forzature. Il testo ha manifestato chiaramente se stesso: l’impianto formale rimanda in un certo qual modo allo sfondo culturale da cui proviene l’autore, le tradizioni popolari russo-ucraine, con particolare riferimento ai racconti popolari (povesti). Le scelte lessicali sono improntate a un calco del linguaggio burocratico, il cui contesto sociale è lo sfondo su cui si svolge la vicenda. L’atteggiamento di Gogol, quello che è stato definito il suo amaro pessimismo, è proprio quello di “protocollare” freddamente la vicenda del copista, con l’effetto di suscitare uno stupore sempre più evidente nell’ambito della ricezione del lettore.

APPENDICE

parolaoccorrenzecluster
и412{‘и’}
в242{‘в’}
не205{‘не’}
что189{‘что’}
на167{‘на’}
он148{‘он’}
с108{‘с’}
94{‘—’}
как89{‘как’}
Акакиевич.79{‘Акакиевич,’, ‘Акакиевича.’, ‘Акакиевичу.’, ‘Акакиевичу’, ‘Акакиевича’, ‘Акакиевич.’, ‘Акакиевиче.’, ‘Акакиевич’}
его77{‘его’}
даже71{‘даже’}
к59{‘к’}
а57{‘а’}
по53{‘по’}
Акакий,53{‘Акакий,’, ‘Акакий’}
было51{‘было’}
же48{‘же’}
потому45{‘потому,’, ‘потому’, ‘потом’}
ему45{‘ему’}
но44{‘но’}
шинель44{‘шинель.’, ‘шинель!’, ‘шинель’, ‘шинель;’, ‘шинель,’, ‘шинелью’}
только43{‘только’, ‘только,’, ‘столько’}
так43{‘так’}
все41{‘все’}
уже41{‘уже’}
за41{‘за’}
совершенно37{‘совершенной’, ‘совершенном’, ‘совершенно,’, ‘совершенное’, ‘совершенно’}
бы37{‘бы’}
был36{‘был’}
еще36{‘еще’}
то35{‘то’}
у33{‘у’}
чтобы31{‘чтобы’, ‘чтобы,’}
из31{‘из’}
когда,29{‘когда,’, ‘когда’}
Он29{‘Он’}
Петровича29{‘Петровича,’, ‘Петрович’, ‘Петровича’}
это27{‘это’}
уж27{‘уж’}
него26{‘него’}
время25{‘время,’, ‘время:’, ‘время’}
для25{‘для’}
Акакия24{‘Акакия’}
человек23{‘человек;’, ‘человек’, ‘человека’, ‘человек.’, ‘человеку’, ‘человек,’, ‘человеке’}
или23{‘или’}
ни23{‘ни’}
да23{‘да’}
сказала22{‘сказала’, ‘сказала,’, ‘сказал’}
ли22{‘ли’}
чиновник21{‘чиновнику’, ‘чиновника’, ‘чиновники’, ‘чиновник,’, ‘чиновник’, ‘чиновник;’}
о20{‘о’}
будет20{‘будет’}
очень20{‘очень’}
значительное20{‘незначительное’, ‘значительно’, ‘Значительное’, ‘значительное’, ‘значительное,’, ‘значительное.’}
от19{‘от’}
была19{‘была’}
ее19{‘ее’}
несколько18{‘несколько’, ‘несколько,’}
вот18{‘вот’}
сам18{‘сам’}
его,18{‘его,’}
лучше17{‘лучше’, ‘лучше.’, ‘лучшей’, ‘лучше,’}
и,17{‘и,’}
без17{‘без’}
образом16{‘образом,’, ‘образом’}
В16{‘В’}
чем16{‘чем’}
перед16{‘перед’}
шинели.16{‘шинели’, ‘шинели.’}
весьма15{‘весьма’}
если15{‘если’}
будто15{‘будто’}
вдруг15{‘вдруг,’, ‘вдруг’}
который15{‘который,’, ‘который’}
до15{‘до’}
наконец15{‘наконец,’, ‘наконец!’, ‘наконец’}
мог15{‘мог’}
увидел15{‘увидел’, ‘видел’, ‘увидел,’}
сказать15{‘сказать:’, ‘сказать’, ‘сказать,’}
ничего14{‘ничего’, ‘ничего,’}
можно14{‘можно’}
нельзя14{‘нельзя’, ‘нельзя:’, ‘нельзя,’}
она14{‘она’}
кто14{‘кто’}
слова14{‘слова’, ‘слова,’, ‘словам’, ‘слова:’, ‘словах’, ‘слова;’}
были14{‘были’}
именно14{‘именно:’, ‘именно,’, ‘именно’}
другой,14{‘другой,’, ‘другой’}
он,14{‘он,’}
где13{‘где’}
один13{‘один’}
я13{‘я’}
И13{‘И’}
рублей13{‘рублей’, ‘рублей?’, ‘рублей.’, ‘рублей;’}
раз13{‘раз’}
точно13{‘точно’, ‘точное’, ‘точно,’}
день13{‘день’}
может13{‘может’}
во12{‘во’}
быть,12{‘быть,’}
всех12{‘всех’}
ним12{‘ним’}
того12{‘того’}
Петрович,12{‘Петрович,’, ‘Петровичем,’, ‘Петровичу,’}
которые12{‘которые’}
Но12{‘Но’}
нужно11{‘нужно,’, ‘нужно!’, ‘нужно’}
самому11{‘самом’, ‘самому’}
никак11{‘никак’, ‘никак…’}
всем11{‘всем’}
более11{‘более’, ‘более,’}
при11{‘при’}
какой-то11{‘какой-то’}
однако11{‘однако’}
чувствовал11{‘чувствовал.’, ‘почувствовал’, ‘чувствовал,’, ‘чувствовал’}
всякий10{‘всякий’}
под10{‘под’}
вы10{‘вы’}
этом10{‘этом’}
дело10{‘дело’}
этого10{‘этого’}
после10{‘после’}
всего,10{‘всего,’, ‘всего’}
таким10{‘такими’, ‘таким’}
своим10{‘своим’, ‘своими’}
сильно10{‘сильно’, ‘сильно,’, ‘сильное’, ‘сильной’}
же,10{‘же,’}
Акакию10{‘Акакию’}
они10{‘они’}
лицо,10{‘лицом,’, ‘лицо,’}
прежде9{‘прежде’, ‘прежде,’}
видно,9{‘видно,’, ‘видно’}
тем9{‘тем’}
как-то9{‘как-то’}
что,9{‘что,’}
весь9{‘весь’}
начал9{‘начало’, ‘начал’, ‘начали’}
хотел9{‘хотели’, ‘хотел’}
вышел9{‘вышел’}
себя9{‘себя’}
узнал,9{‘узнал,’, ‘узнал’, ‘узнали,’, ‘знал,’}
тут9{‘тут’}
есть9{‘есть’}
сказал:9{‘сказал:’, ‘сказали:’, ‘сказал:—’}
свою9{‘свою’}
теперь9{‘теперь’}
департаменте…8{‘департамент’, ‘департаменте;’, ‘департаменте’, ‘департаменте…’, ‘департаменте.’}
всякого8{‘всякого’}
словом,8{‘словом’, ‘словом,’}
одном8{‘одном’, ‘одному’}
нему8{‘нему’}
прямо8{‘прямо’, ‘прямо:’}
такое8{‘такое?’, ‘такое’}
сделать8{‘сделать?’, ‘сделать’, ‘сделать,’, ‘сделать;’, ‘сделать.’}
своей8{‘своей,’, ‘своей’}
домой,8{‘домой’, ‘домой,’}
того,8{‘того,’}
себе8{‘себе’}
Так8{‘Так’}
стал8{‘стал’}
известно,8{‘неизвестно,’, ‘известно,’, ‘Неизвестно,’}
Акакиевичу,8{‘Акакиевиче,’, ‘Акакиевичу,’, ‘Акакиевича,’, ‘Акакиевичу;’}
воротника8{‘воротника’, ‘воротника,’, ‘воротниками’, ‘воротник’}
почти8{‘почти’}
одного8{‘одного’}
об8{‘об’}
такой!8{‘такой!’, ‘такой’}
улицу8{‘улицу,’, ‘улицу.’, ‘улицу’}
давно8{‘давно’}
лицо8{‘лицо’}
то,8{‘то,’}
какого-то8{‘какого-то’}
том7{‘том’}
таких.7{‘таких’, ‘таких.’}
делом,7{‘делом’, ‘дело,’, ‘делом,’}
пор7{‘пор’}
которого7{‘которого’}
Это7{‘Это’}
всегда7{‘всегда’}
тот7{‘тот’}
которому7{‘котором’, ‘которому’}
глазах,7{‘глаза,’, ‘глазах’, ‘глазах,’}
новую7{‘новую?’, ‘новую,’, ‘новую’}
пошел7{‘прошел’, ‘пошел’}
издали,7{‘издали,’, ‘издали’}
думал7{‘думал,’, ‘думал’, ‘думали’}
мере,7{‘мере,’}
этих7{‘этих’}
знает7{‘знает:’, ‘знает’, ‘знаете’}
голову7{‘голову,’, ‘голову’}
комнаты,7{‘комнаты’, ‘комнаты,’}
лица7{‘лица’}
идти7{‘идти’}
нем7{‘нем’}
мертвеца7{‘мертвеца’, ‘мертвец’}
А6{‘А’}
каким6{‘каким’, ‘какими’}
три6{‘три’}
оно6{‘оно’}
их6{‘их’}
своем,6{‘своем,’, ‘своему,’, ‘своем’}
служил6{‘служила’, ‘служил’}
Впрочем,6{‘Впрочем,’}
что-нибудь6{‘что-нибудь’, ‘что-нибудь».’}
обыкновенное6{‘обыкновенные’, ‘обыкновенно’, ‘обыкновенное’}
том,6{‘том,’}
которых6{‘которых’}
какая-нибудь6{‘как-нибудь’, ‘какая-нибудь’}
жизни6{‘жизни,’, ‘жизни’}
состоянии6{‘состоянии,’, ‘состоянии’}
впрочем,6{‘впрочем,’}
лестнице,6{‘лестнице’, ‘лестнице,’}
говорить,6{‘говорить,’, ‘говорить’}
крайней6{‘крайней’}
На6{‘На’}
голосом6{‘голосом:’, ‘голосом,’, ‘голосом’}
ведь6{‘ведь’}
того…—6{‘того…’, ‘того…—’}
вместо6{‘вместо’}
тогда6{‘тогда,’, ‘тогда’}
эти6{‘эти’}
сорока6{‘сорока’, ‘сорок’}
какого6{‘какого’}
чрез6{‘чрез’}
сделал6{‘сделало’, ‘сделали’, ‘сделал’, ‘делал’}
узнать6{‘узнать’, ‘узнать,’}
будучи6{‘будучи’}
своего6{‘своего’}
ему,6{‘ему,’}
кажется,6{‘кажется,’}
будочник6{‘будочник,’, ‘будочник’, ‘будочники’}
Как6{‘Как’}
решительно5{‘решительно,’, ‘решительно’}
Итак,5{‘Итак,’}
небольшой5{‘небольшой’}
такие5{‘такие’}
подумала5{‘подумала’, ‘подумал’}
опять5{‘опять’, ‘опять:’}
всё5{‘всё’}
случилось5{‘случилось.’, ‘случилось,’, ‘случилось’}
другого5{‘другого.’, ‘другого’}
через5{‘через’}
которыми5{‘которым’, ‘которыми’}
минут,5{‘минут’, ‘минуты,’, ‘минут,’, ‘минуту,’}
лице5{‘лице’}
Если5{‘Если’}
работу,5{‘работу’, ‘работу,’}
С5{‘С’}
несмотря5{‘несмотря’}
улице,5{‘улице’, ‘улице,’}
откуда5{‘откуда’}
улицы.5{‘улицы’, ‘улицы.’}
Бог5{‘Бог’}
нарочно,5{‘нарочно,’, ‘нарочно’}
даже,5{‘даже,’}
вечер5{‘вечер’, ‘вечер,’}
мысли5{‘мысли:’, ‘мысли’, ‘мысли,’}
человека,5{‘человека,’}
времени5{‘времени’}
просто5{‘просто’}
которая,5{‘которая’, ‘которая,’}
жена5{‘жена’}
какие5{‘какие’}
право,5{‘право,’}
других5{‘других,’, ‘других’}
бедный5{‘бледный’, ‘бедный’}
Петровичем5{‘Петровичем’}
стоял,5{‘стоял,’, ‘стоял’}
долгое5{‘долго’, ‘долгое’}
больше;5{‘больше’, ‘больше;’}
департамент.5{‘департаментом.’, ‘департамента’, ‘департамент.’}
явился5{‘явился’}
показалось5{‘оказалось,’, ‘показалось’}
плеча5{‘плечах’, ‘плеча’}
любил5{‘любил’}
новая5{‘новая,’, ‘новая’}
сделалось5{‘сделалось’}
дверей5{‘дверей’, ‘дверей,’}
хотя5{‘хотя’}
что-то5{‘что-то’}
но,5{‘но,’}
быть5{‘быть’}
пришел5{‘пришел’}
комнату,5{‘комнату,’, ‘комнату’}
вы,5{‘вы,’}
стороны,5{‘сторон,’, ‘стороны’, ‘стороны,’}
гораздо5{‘гораздо’}
табак,5{‘табаку,’, ‘табак,’}
которой5{‘которой,’, ‘которой’}
них5{‘них’}
каком4{‘какому’, ‘каком’}
всяких4{‘всяких’}
Что4{‘Что’}
титулярный4{‘титулярный’, ‘титулярные’}
над4{‘над’}
собою4{‘собою’}
против4{‘против’}
столоначальником4{‘столоначальника’, ‘столоначальником’}
женщина4{‘женщина’, ‘женщина,’}
месте;4{‘месте;’, ‘месте’}
никогда4{‘никогда’}
так,4{‘так,’}
его.4{‘его.’}
такую4{‘такую’}
сколько4{‘сколько’}
одной4{‘одной’}
недавно4{‘недавно’}
потом,4{‘потом,’}
свой4{‘свой’}
тому4{‘тому’}
самое4{‘самое’}
кого4{‘кого’}
стороне4{‘стороне’, ‘сторон’}
панталон4{‘панталоны’, ‘панталон,’, ‘панталон’}
стола,4{‘стол,’, ‘стола,’, ‘столам,’}
удовольствия,4{‘удовольствия,’, ‘удовольствия’, ‘удовольствия.’}
Петербурге4{‘Петербург’, ‘Петербурге’, ‘Петербурге,’, ‘Петербургу’}
куда4{‘куда’}
пока4{‘пока’}
стало4{‘стало,’, ‘стало’}
хорошенько4{‘хорошенько’, ‘хорошенькое’}
нее4{‘нее’}
довольно4{‘довольно’}
сначала4{‘сначала’}
видеть4{‘видеть’, ‘видеть,’}
ты4{‘ты’}
желая4{‘желая’}
рода4{‘рода’}
имел4{‘имел’}
немного4{‘немного’}
немножко4{‘немножко’}
капот,4{‘капот’, ‘капот,’}
вновь4{‘вновь’}
Да4{‘Да’}
положить,4{‘положить,’, ‘положить’, ‘положиться,’}
денег4{‘денег’, ‘денег.’}
вам4{‘вам’}
нет,4{‘нет,’}
деньги4{‘деньги’}
кулак4{‘кулаки’, ‘кулак’, ‘кулак,’}
разве4{‘разве’}
ваше4{‘ваше’}
пошла4{‘пошла’, ‘прошла’}
какую4{‘какую’}
восемьдесят4{‘семьдесят’, ‘восемьдесят’}
взять4{‘взять’}
реже4{‘реже’}
ли,4{‘ли,’}
две4{‘две’}
взял4{‘взял’}
следует4{‘следует,’, ‘следует’}
расположении4{‘расположении’, ‘расположение’}
стали4{‘стали’}
помощника4{‘помощник’, ‘помощника’}
находился4{‘находился’}
Потом,4{‘Потом’, ‘Потом,’}
жил4{‘жил’}
Наконец4{‘Наконец’}
остановился4{‘остановился,’, ‘остановился’, ‘Остановился’}
час4{‘час’}
веселом4{‘весело’, ‘веселом’}
неизвестно4{‘неизвестно’}
знать,4{‘знать,’}
среди4{‘среди’}
виде4{‘виде’}
дома,4{‘дома,’}
сделался4{‘сделался’}
хоть4{‘хоть’}
другими4{‘другим’, ‘другими,’, ‘другими’}
говорил.4{‘говорил’, ‘говорил.’}
разговор4{‘разговор’, ‘разговору’}
люди4{‘люди’}
там4{‘там’}
стоит,4{‘стоит’, ‘стоит,’}
вид4{‘вид’}
другое4{‘другое’, ‘другое,’}
превосходительство,4{‘превосходительство!»’, ‘превосходительство,’, ‘превосходительство».’, ‘превосходительство’}
понимаете4{‘понимаете’}
слышал4{‘слыша’, ‘слышал,’, ‘слышал’}
жизнь4{‘жизнь’, ‘жизнь.’, ‘жизнь,’}
плеч,4{‘плеч,’, ‘плечи,’, ‘плечо,’}
Один4{‘Один’}
страх4{‘страх,’, ‘страх’}
значительного4{‘значительного’}
шинели,4{‘шинели,’}
называть,3{‘называть’, ‘называть,’, ‘называться,’}
нет3{‘нет’}
департаментов,3{‘департамент,’, ‘департаментов,’}
Теперь3{‘Теперь’}
города,3{‘города,’, ‘города’}
виде.3{‘виде.’}
одним3{‘одним’}
разные3{‘разные’}
обыкновенье3{‘обыкновение’, ‘обыкновенье’}
имени,3{‘имени’, ‘имени,’}
имя3{‘имя’}
«Нет,3{‘«Нет,’}
я,3{‘я,’}
Еще3{‘Еще’}
Когда3{‘Когда’}
глядели3{‘глядел’, ‘глядели’}
Какой-нибудь3{‘какой-нибудь’, ‘Какой-нибудь’}
нос3{‘нос’}
бумагу,3{‘бумаг,’, ‘бумагу,’}
подложил3{‘положил’, ‘подложил’}
пред3{‘пред’}
про3{‘про’}
меня,3{‘меня,’}
странное3{‘странно’, ‘странное’}
голосе,3{‘голосе,’, ‘голос,’}
словами:3{‘словами:’}
зачем3{‘зачем’}
другие3{‘другие’}
рукою3{‘рукою’}
молодой3{‘молодой’}
найти3{‘найти:’, ‘найти’, ‘найти,’}
должности.3{‘должности’, ‘должности,’, ‘должности.’}
никакого3{‘никакого’}
директор,3{‘директор’, ‘директор,’}
добрый3{‘добрый’}
казалась3{‘казалась’, ‘оказалась’}
вицмундиру:3{‘вицмундир’, ‘вицмундиру:’}
особенное3{‘особенно’, ‘особенное’}
всякую3{‘всякую’}
внимания3{‘внимания.’, ‘внимания’}
свои3{‘свои’}
бумаги,3{‘бумаги,’}
случалось,3{‘случалось’, ‘случалось,’}
себя,3{‘себя,’}
какому-нибудь3{‘какому-нибудь’, ‘каком-нибудь’}
небольшого3{‘небольшого’}
передней3{‘передней’, ‘передней.’}
тем,3{‘тем,’}
никому3{‘никому’}
иногда3{‘иногда’}
чувствовать,3{‘чувствовать,’, ‘чувствовать’}
Надобно3{‘Надобно’}
следовало3{‘следовало’, ‘последовало’}
человеком3{‘человеком’, ‘человеком,’}
жена,3{‘жена,’}
могла3{‘могла’}
ей3{‘ей’}
шелку3{‘шелку’, ‘шелку,’}
ту3{‘ту’}
черт3{‘черт’}
единственный3{‘единственным’, ‘(единственный’, ‘единственный’}
часто,3{‘часто’, ‘часто,’}
глазом3{‘глазом,’, ‘глазом’}
собственной3{‘собственной.’, ‘собственной’}
покачал3{‘покачал,’, ‘покачал’}
место,3{‘место’, ‘место,’, ‘мест,’}
какие-нибудь3{‘какие-нибудь’, ‘каких-нибудь’, ‘каким-нибудь’}
комнате,3{‘комнате’, ‘комнате,’}
надо3{‘надо’}
сколько-нибудь3{‘сколько-нибудь’}
себе,3{‘себе,’}
вышло3{‘вышло,’, ‘вышло’}
уж,3{‘уж,’}
уже,3{‘уже,’}
руку,3{‘руку,’}
сказал,3{‘сказал,’, ‘сказали,’}
извольте3{‘извольте’}
насчет3{‘насчет’}
новой3{‘новой’}
определил3{‘определил’}
все-таки3{‘все-таки’}
самый3{‘самый’}
Хотя,3{‘Хотя,’}
половина.3{‘половина’, ‘половина.’}
пор,3{‘пор,’}
лет3{‘лет’}
делать,3{‘делать,’}
вечерам;3{‘вечерам;’, ‘вечерам’}
куницу3{‘куницу’, ‘куницу.’}
чуть3{‘чуть’}
продолжение3{‘продолжение’}
пошло3{‘пошло’}
предчувствовал3{‘предчувствовал’, ‘предчувствовал,’, ‘предчувствовало’}
месяца3{‘месяца’, ‘месяц’}
сукна3{‘сукна,’, ‘сукна’}
такого3{‘такого’}
какая3{‘какая’}
трудно3{‘трудно’}
вероятно,3{‘вероятно’, ‘вероятно,’}
принес3{‘принес’, ‘принес;’}
смотрел3{‘смотрел’}
усмехнулся3{‘усмехнулся’, ‘усмехнулся,’}
деле,3{‘деле,’}
скинул3{‘скинул’}
Все3{‘Все’}
должен3{‘должен’}
им3{‘им’}
чиновников,3{‘чиновников,’, ‘чиновников’}
столоначальника,3{‘столоначальнику,’, ‘столоначальника.’, ‘столоначальника,’}
ничуть3{‘ничуть’}
сегодня3{‘сегодня’}
случай3{‘случай’}
него,3{‘него,’}
порядочном3{‘порядочное’, ‘непорядочном’, ‘порядочном’}
части3{‘частиц’, ‘части’}
какая-то3{‘какая-то’}
многим3{‘многим’, ‘многими’, ‘многим,’}
чиновникам,3{‘чиновника,’, ‘чиновникам;’, ‘чиновникам,’}
того…»3{‘того…»’}
дверь3{‘дверь,’, ‘дверь’}
чиновники,3{‘чиновники,’, ‘Чиновники,’}
стараясь3{‘стараясь’}
приняли3{‘приняли’, ‘принял’}
говоря,3{‘говорят,’, ‘говоря,’, ‘говор,’}
шампанского.3{‘шампанского.’, ‘шампанского’}
людей,3{‘людей,’}
света3{‘света.’, ‘света’}
едва3{‘едва’}
здесь3{‘здесь’}
«А3{‘«А’}
кричать,3{‘кричать,’}
площадь3{‘площадь’, ‘площадью’}
смотрит,3{‘смотрит,’, ‘смотрит’}
хозяйка3{‘хозяйка’, ‘хозяйка,’}
частному,3{‘частному,’, ‘частному’}
тому,3{‘тому,’}
отправился3{‘отправился’}
частного,3{‘частного’, ‘частного,’}
многих3{‘многих’}
одну3{‘одну’}
чтоб3{‘чтоб’}
кем3{‘кем’}
дело.3{‘дело.’}
решился3{‘решился,’, ‘решился’}
секретарю,3{‘секретарю,’}
начальника.3{‘начальник’, ‘начальника.’, ‘начальника’}
канцелярии,3{‘канцелярии,’}
присутствия»3{‘присутствия»,’, ‘присутствия’, ‘присутствия»’}
обыкновенный3{‘Обыкновенный’, ‘обыкновенный’}
строгость.3{‘строгость’, ‘строгостью’, ‘строгость.’}
надлежащем3{‘надлежащее’, ‘надлежащем’}
состоял3{‘состояла’, ‘состояло’, ‘состоял’}
вами?»3{‘вами?»’, ‘вами?’, ‘вами?»;’}
значительному3{‘значительному’}
Башмачкин.3{‘Башмачкины’, ‘Башмачкин.’}
мог,3{‘мог,’}
нему,3{‘нему,’}
почему,3{‘почему’, ‘почему,’}
духа,3{‘духа,’}
лицо.3{‘лицо.’, ‘лицом.’}
между3{‘между’}
довольный3{‘довольный’}
остался3{‘остался’}
беспрестанно:3{‘беспрестанно’, ‘беспрестанно:’}
десть3{‘десть’, ‘десять’}
читателю3{‘читателю’}
смерти3{‘смерти’, ‘смерти,’}
пальцем.3{‘пальцем.’, ‘пальцем’}
советников,3{‘советников,’, ‘советник,’}
нашел3{‘нашел,’, ‘нашел’}
Каролине3{‘Каролине’}
сторону,3{‘сторону,’}
Ивановне»,3{‘Ивановне»,’, ‘Ивановне,’}
многие3{‘многие’}
какой3{‘какой’}

Bibliografia primaria

Francesco Mariano (a cura di) , Nikolaj Gogol’, Racconti di Pietroburgo, Mondadori, Milano 2017 (I ed. 1986), pp. 139-174.

Per il testo russo:

https://ilibrary.ru/text/980/p.1/index.html

Bibliografia secondaria

[Auerbach 2000]
E. Auerbach, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Torino, Eianudi, vol. II, 2000, p. 268

[Carpi 2010]
Guido Carpi, Storia della letteratura russa, I. Da Pietro il Grande alla rivoluzione russa, Carocci, Roma 2010, pp. 392-406.

[Ejchenbaum 1919 (1987)]
Boris Michajlovič Ejchenbaum, Come è fatto il Cappotto di Gogol’, in Nikolaj Gogol, Il cappotto, trad. di Eridano Bazzarelli, Milano, Rizzoli 1987, pp. 69-70]. Titolo originale russo Kak sdelana Šinel´” Gogolja (Come è fatto il Cappotto di Gogol , 1919 – pubbl. 1927).

[Lo Gatto 1942 (1995)]
Ettore Lo Gatto, Storia della letteratura russa, Sansoni, Firenze 1942, 1990 (Prima ed. Saggi Sansoni 1995].

[Propp 1928]
Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, (tr. it., Gian Luigi Bravo, Einaudi, Torino 1966).

Ringraziamenti

Un grazie particolare lo rivolgo alla dottoressa in matematica Noemi Franco, senza il cui aiuto non avrei potuto affrontare il lavoro statistico.

Abstract

In this essay, the author takes into consideration the analysis of ‘The Coat’ by Gogol from a phenomenological point of view. By scrutinizing the text carefully, the author highlights the formal structures of the Gogolian narrative and the lexical texture, identifying in the bureaucratic language the sub-text that underlies the masterpiece of the Russian-Ukrainian writer. The author used a Python program to detect lexical occurrences. The summary is of a phenomenological matrix: making the text speak, identifying the author’s point of view.

Antonio De Lisa
Copyright 2020 – Tutti i diritti riservati



Categorie:A08- [SAGGI DI FENOMENOLOGIA DELLA LETTERATURA - ESSAYS ON PHENOMENOLOGY OF LITERATURE]

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